Chi decide cosa mangiamo? Da cosa dipendono le nostre scelte alimentari? Nella maggior parte dei casi, non siamo libere di decidere cosa e come mangiare perchè sono diversi i fattori che influenzano le nostre scelte dal carrello della spesa fino a tavola.
Un esempio su tutti: quando consumiamo un pranzo veloce perché, per motivi di lavoro o altri impegni, abbiamo poco tempo a disposizione, è la fretta a decidere cosa mangiamo.
Da cosa sono dettate le nostre abitudini alimentari? Sono diversi elementi che entrano in gioco nel momento di fare la spesa o di preparare il pranzo e non tutti dipendono dal nostro criterio personale. Tra i fattori determinanti ci sono: la disponibilità economica, le abitudini, il tempo che abbiamo a disposizione per cucinare, la pubblicità, l’etichetta, la moda del momento. Se è vero che le variabili in gioco al momento di fare la spesa e di “decidere” cosa portare in tavola sono diverse, è altrettanto vero che l’industria alimentare ha creato un’ alternativa ad hoc per ognuna di esse.
Cosa c’è nella nostra dispensa?
Per rendercene conto possiamo fare un piccolo esperimento veloce: aprire la dispensa o il frigo, dare un’occhiata agli alimenti che vi sono conservati e chiederci perché abbiamo preferito comprare alcuni in particolare e non altri e se questi sono direttamente o indirettamente riconducibili ad un annuncio pubblicitario. Quasi sicuramente troveremo alimenti ricchi di fibra e poveri di grassi, latte scremato, cereali per la colazione e tonno in scatola.

Con buona probabilità, troveremo molti dei prodotti annunciati nel volantino pubblicitario del supermercato: pasta in offerta, biscotti paghi uno prendi due e affettati comodamente adagiati nella vaschetta di plastica a un euro. Lo scopo dell’esercizio è un invito a riflettere sul perché della presenza di determinati prodotti e non di altri. Nel caso del latte o dello yogurt, per esempio, perchè preferiamo la versione scretamata a quella intera?
Non è un segreto, infatti, che le grandi marche dell’ industria agroalimentare investono centinaia di migliaia di euro in campagne pubblicitarie con il fine di posizionare i propri prodotti a scapito di altri. E il risultato di questa pressione mediatica si riflette molto spesso nell’acquisto di prodotti standard che si sono imposti nella nostra dieta con il pretesto di essere salutari, com’è il caso degli alimenti ricchi di fibra e poveri di grassi, oppure light, scremati, senza zucchero o con zero calorie.
Chi decide cosa mangiamo? la pubblicità, la disponibilità economica, il tempo a disposizione per cucinare o mangiare, l’etichetta, la dieta o la moda del momento?
Chi decide realmente cosa mangiamo…
Riguardo alla pubblicità, l’influenza che questa esercita sulle scelte d’ acquisto è arcinota, e messaggi ingannevoli e fuorvianti inducono a comprare prodotti truffaldini come abbiamo visto nel caso dello yogurt che promette di “aiutare a regolare il transito intestinale”.
La disponibilitá economica?

Eppure, come dicevamo all’inizio, non è solo la pubblicità a decidere cosa mangiamo, perché la nostra dieta dipenderà sicuramente anche dalla disponibilità economica. Soprattutto in tempi di crisi economica e di emergenza sanitaria, in molti casi sarà il portafogli a decidere cosa arriverà sulla nostra tavola. E naturalmente il potere d’acquisto sarà diverso a seconda delle entrate, della composizione del nucleo familiare e delle altre voci di spesa che bisogna affrontare, perché – come diceva qualcuno – “lo stipendio è finito, ma il mese no”.
L’etichetta?
Molte persone, invece, si faranno guidare dall’etichetta: la lista degli ingredienti sarà la bussola per orientarci nel mare magnum degli ingredienti di cereali, marmellate, conserve, biscotti, succhi di frutta etc etc. In questo caso, a coloro che riescono a decifrare tutta lista degli ingredienti va tutta la mia stima e la mia ammirazione perché a volte è praticamente impossibile capire cosa ci sia esattamente in un pacco di biscotti.
Chi decide cosa mangiamo? La pubblicità, il portafogli, il tempo, la dieta o la moda?
Le mode alimentari?

Riguardo alla moda del momento, alzi la mano chi non ha mai provato un superalimento! Sono poche le persone che non conoscono il sapore di un hamburger di soia o di un’ insalata a base di quinoa e avocado. Prendiamo il caso della quinoa: molti video, articoli e ricette si dedicano a tessere le lodi di questo alimento kilometrico per convincerci della formidabile combinazione di aminoacidi e proteine in esso contenuto. In realtà, non è necessario fare il giro del mondo per trovare un super alimento. Basta abbinare riso e lenticchie per ottenere gli stessi aminoacidi presenti nella quinoa.Una soluzione molto più economica e soprattutto a km 0 rispetto ai semi di origine andina provenienti dalla Bolivia.
Le abitudini?
Anche le abitudini alimentari avranno un peso importante al momento di decidere cosa mangiamo. Abitudini alimentari che cambieranno a seconda del genere, perché la nostra società impone alle donne un regime alimentare orientato solo ed esclusivamente a raggiungere l’irraggiungibile peso forma, come se questo fosse un parametro in grado di valutare lo stato di salute di una persona e non un canone estetico assurdo.
O il tempo a disposizione?

Ultimo, ma non per ordine di importanza, il tempo a disposizione. E come sempre il capitalismo, dopo aver creato il problema (orari di lavoro impossibili e giornate infinite) ci offre anche la soluzione: il pasto veloce. Cibi già preparati, precotti o surgelati che, in un altro post abbiamo definito come oggetti commestibili non identificati, dopo un rapido passaggio nel microonde sono pronti per essere consumati. E così il risotto o la zuppa invece di passare dalla pentola al piatto saltano direttamente dalla confezione alla tavola.
Dopo aver preso in considerazione tutti questi elementi, potremmo provare a ripeterci la domanda iniziale – chi decide cosa mangiamo? – per vedere se la nostra risposta è cambiata. In caso contrario, ho qui pronta una di riserva: perché i cereali industriali si sono convertiti nella colazione prediletta da milioni di persone?