Quello che sono lo devo alle mie radici, ai miei interessi e ai miei studi. Quello che sono diventata lo devo ai viaggi che hanno lasciato il segno, alle persone impegnate ad anticipare una società più giusta e solidale e ai libri che ti cambiano la vita.
A 19 anni ho scoperto che non tutti hanno la fortuna di poter coltivare i propri alimenti e che molte persone vanno al supermercato per comprare quello che io trovo intorno a casa: olio, vino, frutta, ortaggi e funghi. Era la prima volta che andavo a vivere in città.
A 23 anni ho scoperto che ci sono paesi che continuano a produrre alimenti di qualità per l’esportazione, mentre ricevono in cambio surrogati scadenti dalle multinazionali del cibo.