La rivoluzione a tavola: cambiare il mondo mangiando!

L’emergenza climatica ti preoccupa? La sostenibilitá ambientale influenza le tue scelte?Ti prendi cura della tua salute? Se hai risposto sì ad almeno una di queste domande, allora è arrivato il momento di fare la rivoluzione. A tavola.

Le nostre scelte alimentari hanno conseguenze importanti sul nostro stato di salute, su quello dell’ambiente e sulla vita delle aree rurali. Il sistema agroalimentare dominante ci sta spingendo verso un tipo di alimentazione standard, basata in grande misura su cibi confezionati e piatti pronti all’uso che non forniscono al nostro organismo i nutrienti di cui ha bisogno.

Le multinazionali che controllano la produzione agricola sono responsabili dell’alterazione irreversibile dell’ecosistema: la deforestazione, lo scioglimento dei ghiacciai e l’inquinamento sono solo tre degli effetti più visibili.

Gli incentivi all’agricoltura intensiva, a scapito di quella familiare su piccola scala, hanno portato all’impoverimento delle aree rurali con successiva riduzione dei servizi e progressivo abbandono del settore primario.

Il mondo nel piatto

Posate accanto ad un piatto al cui interno è servito il pianeta terra

Quando ci sediamo a tavola proviamo a fare una piccola osservazione: quali alimenti usiamo per preparare colazione, pranzo e cena? Da dove sono arrivati gli ingredienti? Si tratta di cibi pronti all’uso oppure prodotti freschi? Con questo semplice esercizio, ripetuto tre volte al giorno, di sicuro avremmo fatto il giro del mondo senza alzarci da tavola.

Caffè dal Brasile, tè dallo Sri Lanka, mele dal Cile, kiwi dalla Nuova Zelanda, prugne dalla California, grano dal Canada, riso dal Vietnam, ceci dal Messico, pesce pescato in Alaska e trasformato in Cina. Il giro del mondo potrebbe continuare per ognuno degli alimenti della nostra dispensa.

In apparenza, mangiare può sembrare un atto innocuo e privo di conseguenze, ma in realtá decidere cosa portare in tavola provoca una serie di effetti ambientali, economici e sociali che sarebbe meglio tenere in conto quando andiamo a fare la spesa. Decidere di comprare kiwi provenienti dalla Nuova Zelanda avrá un impatto ambientale negativo a causa del loro trasporto: migliaia di kilometri che si traducono in tonnellate di anidride carbonica immesse nell’atmosfera.

Sostenibilitá ambientale: la rivoluzione inizia a tavola

Fare la rivoluzione a tavola è più facile di quanto sembri e possiamo iniziare oggi stesso. Basta iniziare a interrogarci su questioni semplici come queste: Chi e come ha coltivato gli alimenti che portiamo in tavola? Chi li ha trasformati? Chi li ha distribuiti? Rispondendo a queste domande, scopriremo che a tavola abbiamo molto piú potere di quello che vogliono farci credere.

bilancia: in un piatto il pianeta e nell'altro un sacco di soldi

Il nostro potere si traduce nella facoltà di decidere dove e cosa comprare, consapevoli del fatto che la nostra scelta contribuisce a far inclinare la bilancia dal lato della sostenibilità ambientale o da quello del profitto delle multinazionali. Dal nostro stile di consumo dipenderà il sostegno economico alla grande distribuzione o al commercio locale; dalle nostre scelte alimentari dipenderà l’incentivo alla produzione industriale o all’agricoltura locale.

Quando andiamo a fare la spesa dove finiscono i nostri soldi?

Ogni volta che compriamo frutta e verdura provenienti dall’altra parte mondo stiamo scegliendo di mangiare alimenti kilometrici che hanno un forte impatto sia sull’ambiente che sulla nostra salute. Sull’ambiente perché prima di approdare sulla nostra tavola hanno percorso migliaia di km che, in pratica, si traducono in consumo di petrolio, emissione di anidride carbonica e quindi inquinamento; sulla nostra salute perché, per mantenere una freschezza apparente, sono stati riempiti di additivi artificiali.

Un euro, un voto! Dovrebbe essere il nuovo slogan, perché noi con i nostri soldi decidiamo se sostenere una grande multinazionale o una piccola azienda locale. Sempre con i nostri euro decidiamo se appoggiare una grande catena di distribuzione o un piccolo gruppo di consumo locale; ancora con i nostri soldi decidiamo se incentivare  sconfinate monoculture dall’altra parte del mondo oppure modeste produzioni vicino casa.

La rivoluzione a tavola: cambiare il mondo mangiando! Alimentazione sana e sostenibile che fa bene alla salute, all’ambiente e all’economia

La grande distribuzione organizzata (supermercati, ipermercati, discount) appartiene a grandi gruppi commerciali che fanno delle promozioni speciali la loro strategia di vendita. Purtroppo, peró, molte volte dietro le super offerte si nascondono i prezzi stracciati pagati all’origine della catena alimentare, ossia ai produttori costretti ad accettare compensi da fame che, lungi dal ripagare i loro sforzi, rappresentano un’ autentica umiliazione.

Cosí i nostri soldi spariscono dietro a scaffali pieni di alimenti immortali o dentro frigoriferi stracolmi di alimenti ibernati che, nella maggior parte dei casi, hanno viaggiato per migliaia di km prima di arrivare sulle nostre tavole, perdendo tutti i nutrienti di cui il nostro organismo ha bisogno. Il caso più assurdo è quello della frutta. In un supermercato è più più probabile trovare arance battenti bandiera sudafricana che gli agrumi che colorano il paesaggio siciliano.

Pianeta verde Agroecologia: rispetta l'ambiente e si prende cura del pianeta

Perché la rivoluzione a tavola è giusta e necessaria?

Perché fare la rivoluzione a tavola? Per tre ragioni fondamentali: la nostra salute, quella dell’ambiente e  quella dell’economia locale. La salute è in buona parte il riflesso del nostro modo di alimentarci; il rispetto dell’ambiente è una condizione imprescindibile per una  produzione di alimenti di qualità in armonia con gli ecosistemi; l’economia, che di solito ci preoccupa più dei primi due argomenti, è quella che risulterebbe immediatamente beneficiata se decidessimo di modificare il criterio delle nostre preferenze alimentari.

Decidere di iniziare la rivoluzione a tavola ci consente di occuparci contemporaneamente di ambiente, di salute, di economia e di società. Di conseguenza, sono tanti i motivi che dovrebbero stimolarci a considerare la spesa come un atto politico e non come un automatico gesto quotidiano.

Quali sono le ragioni per cui dovremmo dare molta più importanza ad un’ alimetazione sana e sostenibile?

Mercato di quartiere di frutta e verdura
  1. Qualità del cibo: scegliere alimenti di produzione locale significa propendere per cibi più freschi, di stagione e, a seconda dei casi, ecologici;
  2. Impatto sociale: comprare prodotti locali avrà un risvolto positivo sulla comunità perchè questo gesto avvicina chi produce a chi consuma, creando una relazione in cui entrambe la parti saranno soggetti attivi di una rete alimentare territoriale;
  3. Impatto ambientale: prediligere alimenti a km 0 provenienti da agricoltura vicina, riduce notevolmente le emissioni di CO2 causate da trasporto e imballaggio; inoltre, contribuisce a salvaguardare la biodiversità attraverso il recupero di varietà locali;
  4. Economia locale: preferire la filiera corta significa sostenere l’economia locale e tutto ciò che ne deriva in termini di creazione di posti di lavoro e opportunità per tutte quelle persone che vogliono dedicarsi all’agricoltura e continuare a vivere nelle aree rurali.

Cambiare il mondo mangiando! A tavola possiamo fare la rivoluzione tre volte al giorno, senza fucili e senza ghigliottina.

Fare la  spesa in modo sostenibile e solidale è facile: per iniziare bastano tre semplici domande:

  • cosa stiamo comprando?
  • dove stiamo comprando?
  • e, mentre compriamo, cosa stiamo salvaguardando (o distruggendo)?

E voi, fate già la spesa secondo questi criteri?

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